VITTORIO CIELO
PAROLE
con un intervento di Michele Placido
e una nota introduttiva di Alessandro Haber
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A Vittorio
di Michele Placido
Caro Vittorio,
le tue parole mi sono entrate nella testa, ma soprattutto nel cuore. Proiettandomi su un palcoscenico su cui gli uomini, attori e spettatori, spettatori e attori, guardano la loro forma farsi e disfarsi, in un universo che – tragicamente – ci affascina e ci lascia attoniti.
Benvenuto, con i tuoi versi, nella migliore poesia italiana, in un momento in cui c’è estremo bisogno di poeti come te, da opporre a un mondo di parolai e guerrafondai.
Un abbraccio
Michele Placido
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il Lettore apre la pagina
la luce della cellulosa invade
il nudo dell’Occhio
l’incontro tra la Sfera
aperta
e la forma, Segreta
(e amata).
fluidofiume
paroleparoleparoleparoleparole
parole
parole
parole
parole
farine corrotte, fiumi di foglie, e pasta di pesci
enciclopedie delle malattie che affliggono i corpi
inventari degli organi e camere delle meraviglie
gallerie ottiche
per lo splendore delle partite barocche
scongiuri nella notte inciampando, greggi in transumanza
il mondo è una fiera, nel senso del mercato, e nel senso della belva
anfiteatro greco di nuche
devote al palcoscenico
dio abbia pietà degli uomini delle ultime file
del loro canto da lavandaie sterili
sommesso
in esso
pur indebolito dalla sua condizione servile
davanti al pubblico di schiena e ai suoi giudici
l’Autore si è messo in posa
davanti al suo specchio
un ritratto in fuga,
si direbbe, a fini di breve igiene personale
igiene mentale
cerimoniale
che transita nel nulla, sotto silenzio
a meno che non sfoci in spettacolare masochismo
un atto magico, elegante e inutile
in lotta con il nero dominante
del tempo
i castelli semiotici in lontananza
i grovigli vitali
pullulanti di uomini-massa
che vagano entrano escono
persi lusingati assenti sedotti indifferenti
la simmetria ...
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