Libelli portatiles
in formam enchiridii
Aldo Manuzio
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Manuel Scorza
IMPRECAZIONI E ADDII
traduzione e introduzione di Gianni Toti
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FAHRENHEIT 451
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© 1999
EDIZIONI FAHRENHEIT 451
00186 Roma
Vicolo delGiglio 14
tel.06/68804909
progetto grafico Gemma Fiorentini
immagini di copertina: Felipe Guamán Poma de Ayala
ISBN 88-86095-31-7
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il rullio degli addii
Queste sono imprecazioni signori! Né più né meno. Anzi, non meno, più! Imprecazioni in forma di versi. Di poesia, insomma.
E... possono, le poesie, essere, diventare “imprecazioni”, “preghiere contro”? “Inveire, lanciare insulti”? La si trova, l’associazione verbale, nel 1411, e si vocabolarizza, ma “imprecari” era già d’uso corrente, in latino (Seneca, sì!).
La poesia non impreca, depreca? Non inveisce, non insulta?
Ma sì, signori, come no? La vera, la grande poesia, è proprio una contropreghiera, dal poscere latino, domandare-contro, prk-sk-e al sanscrito p.rechati, dal tedesco forschen, indagare, e poi in armeno e in antichi aoristi nelle aree baltiche e slave, dal prositi slavo, chiedere con valore iterativo, héme aquí, ripete Manuel Scorza, imprecando, eccomi che reimpreco, che maledico, ma non dico male... Redoblando, raddoppiando, facendo rullare il tamburo, non più soltanto per Rancas, per “la guerra muta”, e picchiare sulla pelle d’asino di Rancas, - ah, quella guerra silenziosa sorda e invisibile!
Da quelle Imprecaciones, scritte quando aveva ventiquattro anni, Manuel, a questo rullio di tamburi che “raddoppiano” le imprecazioni, ancora sulle cordigliere insanguinate di Cerro de Pasco, (la terribile ventata del 1962) a questa nostra furiosa preghiera contraria alla dittatura sorda e sordida di Fujimori (contro cui non impreca certo il Blair superterrorista del Golfo), al silenzio invisibile, non più Garabombo, non più “visto” dopo Rancas e gli altri grandi romanzi del ciclo novellesco andino, “Il Cavaliere insonne”, il “Cantare di Agapito Robles”, “La Tomaba della folgore”, “La danza immobile” di questo ...
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