BOCCACCIO GIOVANNI

Giovanni Boccaccio (1313-1375) 
Nasce a Firenze (o a Certaldo) nel 1313. Negli anni dal 1325 al 1328 è inviato dal padre a fare pratica mercantile presso la succursale dei Bardi a Napoli, dove questi banchieri erano tra i principali finanziatori degli Angioini. Le prime opere letterarie del Boccaccio sarebbero ispirate dall'amore, presto deluso, per Maria d'Aquino, figlia illegittima del re Roberto: le Rime, la Caccia di Diana, il Filocolo (1336), il Filostrato (1338?; o anteriore al Filocolo?), il Teseida, terminato a Firenze (1340-1341). Nel 1340 ritorna a Firenze, richiamato dal padre in seguito al fallimento dei Bardi. Qui scrive il Ninfale d'Ameto (1341-1342), l'Amorosa visione (1342-1343), l'Elegia di madonna Fiammetta (1343-1344), piena di nostalgia per Napoli e per l'amore perduto, il Ninfale fiesolano (1344-1346).
Dal 1345 al 1346 è alla Corte di Ostasio da Polenta a Ravenna.
Nel 1347 si trova al servizio di Francesco degli Ordelaffi, signore di Forlì.
Nel 1348 torna a stabilirsi a Firenze, dove assiste alla tragedia della peste che rievocherà all'inizio del Decameron. Negli anni successivi, mentre amministra la modesta eredità paterna, si dedica alla stesura del Decameron (1349-1351).
Ha numerosi incarichi diplomatici e onorifici per conto del Comune di Firenze: ambasciatore in Romagna (1350); inviato a Ravenna per la consegna di una sovvenzione a suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri (1350), e a Padova per restituire al Petrarca il patrimonio familiare confiscatogli dal Comune, e per offrirgli una cattedra del nuovo Studio; camerlengo del Comune (1351); rappresentante del Comune nelle trattative con la Regina di Napoli per la cessione della città di Prato, e in quelle con Ludovico di Baviera, nel Tirolo, per averlo come alleato contro Giovanni Visconti; ambasciatore presso il Papa ad Avignone (1354 e 1365) e, al termine della cattività, a Viterbo e a Roma (1367).Difficile datare le opere successive al Decameron, la cui compilazione fu spesso protratta e alternata: il Corbaccio (circa 1355), la Genologia deorum gentilium (1350-1375), il Buccolicum carmen (1351-1366?), il De claris mulieribus (1360-1374?), il De casibus virorum illustrium (1355- 1374?), il De montibus, silvis, fontibus, lacubus, fluminibus, stagnis seu paludibus, de nominibus maris (1355-1374?). Nel 1362 si stabilisce definitivamente a Certaldo, dove la sua casa, frequentata da Salutati, da Villani, da Marsili, da Leonzio Pilato, che insegnò il greco al Boccaccio, diventa un centro di cultura umanistica. Nel 1363 è ospite del Petrarca a Venezia. Negli anni 1373 e 1374 accoglie l'invito a commentare pubblicamente la Commedia di Dante nella chiesa di Santo Stefano di Badia a Firenze. Queste letture, interrotte al XVII dell'Inferno dalla cattiva salute e dalle critiche dei letterati conservatori, ci sono tramandate nelle Esposizioni sopra la Comedia, delle quali è ideale anticipazione la Vita di Dante. Nel 1375 muore il 21 dicembre a Certaldo.


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