FOSCOLO UGO

Ugo Foscolo (1778-1827)
Il poeta Ugo Foscolo fu anche critico letterario, drammaturgo e grande
patriota. Il suo temperamento romantico e la vita estroversa caratterizzano il
suo ruolo di personaggio chiave della letteratura italiana.
Nato come Niccolò Foscolo sull'isola greca di Zacinto il 6 febbraio del 1778,
adottò presto lo pseudonimo di Ugo. Possedeva una grande conoscenza della
filosofia, dei classici e della letteratura italiana, nel 1798 Foscolo si
trasferì a Venezia, dove immediatamente fu coinvolto nelle battaglie per
l'indipendenza. Dopo aver scritto "Ode a Bonaparte il liberatore" (1797),
Foscolo divenne una vita di esilio, durante la quale combattè contro l'Austria,
prima a Venezia, poi in Romagna, a Genova e poi in Francia (1804-1806).
Foscolo diede un'espressione letteraria alle proprie aspirazioni ideologiche e
alle numerose esperienze amorose di quegli anni in odi, sonetti, opere teatrali,
il romanzo epistolare "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" (1802), e il lungo
poema "Dei sepolcri" (1807). In qualità di docente di retorica a Padova (1809)
espose la propria teoria - nuova in Italia - che la bellezza poetica scaturiva
dalla fusione dell'imitazione con il genio dell'individuo creatore.
Bandito per il suo dramma anti-francese "L'Aiace" (1811), Foscolo si rifugiò a
Firenze dove completò la traduzione di "Viaggio sentimentale" di Lawrence Sterne
e scrisse la sua terza tragedia "La Ricciarda". Lavorò assiduamente su "Le
Grazie": nonostante sia incompiuto, questi inni frammentari, caratterizzati da
una sensibilità plastica e musicale delicata, rappresentano l'opera lirica
migliore di Foscolo. Nel 1815 si trasferì a Zurigo dove pubblicò di nuovo
l'Ortis. L'anno seguente Foscolo andò a Londra dove fu l'autore di parecchi
saggi critici e dove partecipò attivamente alla società letteraria inglese fino
alla sua morte, avvenuta il 10 settembre 1827 a Turnham Green, vicino a Londra.
Nel 1871 fu attuato il trasferimento dei suoi resti nella basilica di Santa
Croce a Firenze.
"Le ultime lettere di Jacopo Ortis" e "Dei sepolcri" esemplificano al meglio i
temi maggiori delle sue opere: la ricerca della gloria, la bellezza che
restituisce serenità alla vita turbolenta dell'uomo, l'esilio patriottico e la
permanente perdita di libertà ed il valore che hanno le tombe degli uomini
illustri.
La vitalità di Foscolo e la costante ricerca della libertà, servirono alla sua
immensa popolarità durante le successive lotte italiane per l'unificazione e
l'indipendenza del paese.