Alessandro Di Cugno
RACCOLTA DI RACCONTI
.o000o.
ATTIMI
- Pronto? - Aveva risposto lui senza staccare le mani dal volante della sua auto, con la solita voce da Peter Pan cresciuto.
- Ciao Roby - aveva detto lei in un tono tanto mesto, tipo di chi va ad un funerale solo per cortesia, che un po' si vergogna e un po' si chiede cosa ci fa lì. Gli occhi di "Roby" si erano illuminati nel sentirla.
- Dimmi tutto - disse lui, scoprendosi d'improvviso ansioso. - Ecco... vedi... (UFFFFFFFFF), da due mesi esco con un altro...-
- Ma, come... - era riuscito a farfugliare lui prima che Cinzia riprendesse a parlare.
- Non interrompermi, ti prego; è che noi stavamo insieme da così tanto che tutto era un'abitudine quasi priva di quelle sensazioni, di quelle emozioni che provo con lui, ora. Mi dispiace tantissimo, tu non puoi sapere quanto, ma promettimi che non ti lascerai andare, che tirerai avanti come e meglio di prima. Addio! - CLICK. TUT-TUT-TUT-TUT-TUT
Roby non riusciva a staccare le mani dal fottuto volante in pelle. . Chissà com'era "l'altro". Il nostro cercava di figurarselo: alto? magro? basso? biondo? ricco? stronzo? Ma cosa gliene poteva fregare ormai? Sentiva quel vuoto contro cui tanto aveva lottato salire dallo stomaco, anzi, non saliva, si espandeva, divorando tutto di lui. Con chi si sarebbe svegliato, ora? Chi gli avrebbe ordinato il tè con due cucchiaini di zucchero, già girato prima ancora che lui arrivasse, in ritardo, all'appuntamento? Per chi aveva comprato la "STESCION VEGON", una cazzo di casa carina modesta ma calda e accogliente come un piccolo nido perché nostra?
Ora viaggiava e basta, senza curarsi della striscia nera d'asfalto che correva via veloce, sull'A4 sotto ...
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Go to begin of the document
Go to previous page
Go to next page
Go to the end of document
