ALDO R. LARA BLAS
CADUTA LIBERA
.o000o.
Le tasche vuote, il dramma inizia.
La city si rianima, è presto e fa freddo, il sole appena si fa vedere sulle case più lontane in fondo al viale, la sua luce è rossastra e debole, non ricordava più l'ultima volta che aveva visto il sole in quella fase, non ricordava neanche come si chiamasse quella fase, lui solitamente il sole lo vedeva scendere non sorgere. In pratica per lui tutto iniziava in quel momento, quando l'astro re agonizzava vicino all'orizzonte, quando lentamente scendeva e si perdeva, un po' come la sua vita, ed era consapevole di quella specie di caduta ma non ci poteva fare niente, precipitava e non c'era modo di fermarsi. "Alba", ecco il nome, ricordò dopo alcuni minuti di sforzo mentale mentre appoggiato contro un lampione aspettava che la luce lo riscaldasse, insieme a quella parola ritornarono anche altri tempi e si delineò un sorriso sulle sue labbra graffiate e secche, dopo si pulì col indice gli occhi e i buchi del naso e aspettò. Alba era anche una compagna di scuola, che il velo degli anni aveva offuscato la luminosità del suo viso in quel tempo innocente, gli sforzi che faceva erano inutili, c'era una bestia, un toro che aveva perso i freni e incornava dall'interno il suo cranio in diversi punti con una forza tremenda, e niente da fa' non riusciva, quella ragazza era diventata un insieme di vaghe parole capace ancora di farlo sorridere, la sua immagine non riusciva a ricordarla, a viverla ancora, si era persa dietro un maledetto velo insieme ai migliori anni della sua vita.
La sera prima se la ricordava bene pero, aveva comperato la dose insieme a Carlo dopo aver trascorso tutta una giornata a ...
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Go to begin of the document
Go to previous page
Go to next page
Go to the end of document
