BELLI GIUSEPPE GIOACHINO

Giuseppe Gioachino Belli (Roma 10.9.1791 - ivi 21.12.1863)
Poeta italiano grande protagonista, assieme a Carlo Porta, della poesia dialettale del primo Ottocento.
Nacque a Roma nel 1791 da famiglia benestante, ma attraversò fin dall'infanzia varie vicissitudini, e sperimentò presto anche la miseria. Perse prima il padre e poi la madre; fu costretto perciò a interrompere gli studi e dedicarsi a diversi lavori, anche modesti. Solo nel 1816, grazie al matrimonio con la nobile e ricca vedova Maria Corti, le sue condizioni cambiarono sensibilmente: grazie a lei ottenne un impiego presso l'Uffici del Bollo e del Registro, e potè dedicarsi con tranquillità alla poesia, soddisfare i suoi vari interessi culturali e viaggiare: venne così in contatto con i romantici milanesi (conobbe le poesie di Porta, un precedente fondamentale per la sua attività di poeta dialettale) e con l'ambiente del Gabinetto Vieusseux a Firenze.
Fu tra i fondatori dell'Accademia Tiberina; le letture illuministiche e romantiche (testimoniate nello Zibaldone) stimolarono la cruda analisi della realtà da cui nacquero i 2279 Sonetti in dialetto romanesco (1830-47), satira della teocrazia romana vista con gli occhi della plebe misera, cinica e fatalista. I suoi componimenti rappresentano scene di vita popolare, vivaci ritratti, invettive comiche, sempre però accompagnate dall'amarezza di chi ha una visione profondamente pessimista e tragica della vita. Scritti clandestinamente e destinati dal Belli al rogo, furono pubblicati parzialmente nel 1865-66 e nel 1886-89, ma integralmente solo nel 1952.
Il 1848 e la Repubblica romana del 1849 ridestarono forse in lui antichi terrori per le guerre e i rivolgimenti politici: data da allora la sua sempre più netta involuzione verso atteggiamenti di rigido conformismo politico religioso, espressi nelle opere italiane (L'età dell'oro, Il comunismo, 1852).


links:
 - Giuseppe Gioachino Belli Home Page (in tedesco)
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