Canti
di Giacomo Leopardi
i
All'Italia
xi
Il passero solitario
xii
xiv
Alla luna
xxi
A Silvia
xxiii
Canto notturno di un pastore errante dell'Asia
xxiv
La quiete dopo la tempesta
xxv
Il sabato del villaggio
---------------------------------------------------------------------I
All'Italia
(1818)
Metro: Canzone composta di sette strofe, ciascuna di
venti versi. Lo schema delle dispari è: ABcdABCeFGeFHGIhlMiM;
quello delle pari è AbCDaBDEFgEfHgIHLMiM.
O patria mia, vedo le mura e gli archi
e le colonne e i simulacri e torri degli avi nostri,
ma la gloria non vedo,
non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi 5
i nostri padri antichi. Or fatta inerme,
nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante ferite,
che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
formosissima donna! Io chiedo al cielo 10
e al mondo: dite dite;
chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
che di catene ha carche ambe le braccia;
sì che sparte le chiome e senza velo
siede in terra negletta e sconsolata, 15
nascondendo la faccia
tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
le genti a vincer nata
e nella fausta sorte e nella ria. 20
Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive,
mai non potrebbe il pianto
adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;
che fosti donna, or sei povera ancella.
Chi di te parla o scrive, 25
che, rimembrando il tuo passato vanto,
non dica: già fu grande, or non è quella?
Perché perché? dov'è la forza antica,
dove l'armi e il valore e la costanza?
Chi ti discinse il brando? 30
Chi ti tradì? qual arte o qual fatica
o qual tanta possanza
valse a spogliarti il manto e l'auree bende?
Come cadesti o quando
da tanta altezza in così basso loco? 35
Nessun pugna per te? non ti ...
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