Giovanni Boccaccio
NINFALE FIESOLANO
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Comincia il libro chiamato Ninfale:
e primamente mostra il facitore
che di far questo gli è cagione Amore.
1
Amor mi fa parlar, che m'è nel core
gran tempo stato e fatto n'ha su' albergo,
e legato lo tien con lo splendore
e con que' raggi a cui non valse usbergo,
quando passaron dentro col favore
degli occhi di colei, per cui rinvergo
la notte e 'l giorno pianti con sospiri,
e ch'è cagion di tutti e' mie' martìri.
2
Amor è que' che mi guida e conduce
nell'opera la qual a scriver vegno;
Amor è que' ch'a far questo m'induce,
e che la forza mi dona e lo 'ngegno;
Amor è que' ch'è mia scorta e mia luce,
e che di lui trattar m'ha fatto degno;
Amor è que' che mi sforza ch'i' dica
un'amorosa storia molto antica.
3
Però vo' che l'onor sia sol di lui,
poi ch'egli è que' che guida lo mio stile,
mandato dalla mia donna, lo cui
valor è tal ch'ogni altro mi par vile,
e che 'n tutte virtù avanza altrui,
e sopra ogni altra è più bella e gentile:
né non le mancheria veruna cosa,
sed ella fosse un poco più pietosa.
4
Or priego qui ciascun fedele amante
che siate in questo mia difesa e scudo
contro a ogni invidioso e mai parlante
e contro a chi è d'amor povero e 'gnudo;
e voi care mie donne tutte quante,
che non avete il cor gelato e crudo,
priego preghiate la mia donna altera
che non sia contro a me servo sì fera.
[...]
5
Prima che Fiesol fosse edificata
di mura o di steccati o di fortezza,
da molta poca gente era abitata:
e ...
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