angela violet
Il signore inventore e il suo automa
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Tanto tempo fa esisteva un signore molto ricercato nei modi, che credeva di avere il pieno controllo delle persone e delle situazioni che viveva. amava rifugiarsi nella sua lussuosa casa e progettare modellini e marionette, tutte cose che erano il suo vanto da sfoggiare con gli amici. Il suo divertimento era creare ma soprattutto stupire gli amici. Viveva di rendita e perciò poteva dedicare tutto il suo tempo alle sue creature. In quell'enorme casa vi era un grande salone adibito a laboratorio dove solo lui aveva accesso e neppure il fedele maggiordomo che viveva con lui e lo serviva da anni. Un luogo segreto dove custodiva gelosamente tutte le sue creature, tanto era il suo amore verso di loro, che non permetteva a nessuno di toccarle, sistemate in perfetto ordine curate e perfettamente pulite quasi come in un museo. Aveva un'innumerevole quantità di modelli di navi di aerei e tante bambole che sembravano vere, marionette con o senza fili dai costumi ricercati e fedeli a quelli delle varie epoche e soprattutto egualmente amate come tanti piccoli figli. Un giorno particolarmente uggioso, si rinchiuse nel suo rifugio-fucina e cominciò a pensare cose mancava ancora alla collezione, dopo ore e ore in silenzio capì che mancava un robot che potesse parlare e di buona lena si mise al lavoro facendo disegni e calcoli ed infine cercando di costruire pezzi per iniziare la sua grande opera. Cominciò a cesellare la lamiera che avrebbe contenuto i meccanismi del cervello del robot. Realizzò la struttura, con i calcoli matematici cominciò a collegare fili su fili per costruire la mente e il cuore, parti difficili e delicate, quelle che avrebbero permesso il funzionamento del suo automa. La smisurata smania di riuscire a realizzare ...
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