Ghiaia
Marco Bucchieri
Pubblicazione: inedita, 1999
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GHIAIA
Penso che non mi piacciono le cose
qui intorno, nel quartiere, e neanche nel resto della città,
penso agli altri quartieri del mondo,
a quelli che non hanno più neanche una città intorno,
penso che Dio magari esiste, ma se ne
avessi la conferma sarebbe peggio o meglio?
Con i televisori accesi dai palazzi/vetrina
il mondo si può rovesciare, come gli occhi,
andare alla deriva, filarsela, andare a prendere
la macchina e partire il mondo che c’era e partiva
Corri per la vittoria, yes...
uno JUVENTUS-LIVERPOOL 2-0 del 1984, tutto
in dettagli – lo scrivo sulla ghiaia, dove era già scritto
altro, più a contatto con la terra - metà di qua con gli amici
dall’altra parte il nemico nel giardino dopo il tramonto,
penso che anch’io una volta o due, ho giocato a pallone
con bambini che non conoscevo, in un campetto vicino casa,
nell’ora che ci si comincia a preoccupare dei compiti non fatti,
penso che ho giocato qualche volta, nella vita, divertendomi devo avere anche segnato, devo aver sudato e preso freddo,
magari perso – come dice il giornale: il portiere è caduto…
Disastro, il portiere, il difensore che allarga le braccia
e chiede scusa – non per colpa sua, non nostra,
non perdiamo mai per colpa nostra o sua
Penso che poi, dopo, nel corso del tempo, non ho più rinunciato
a giocare con gli sconosciuti, senza presentarmi, con gli amici
senza amicizia, con la fune senza l’equilibrio.
Così va: Gioco, ancora, sudo e prendo freddo, magari segno,
ma senza divertirmi,
Sul più bello qualcuno mi ricorda i compiti da fare.
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