Riccardo Bagnato
L'appartenenza
a Rudy
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Re: "L'appartenenza": è il 19 novembre 2002
La chiamerei così, se mi perdoni la più affettuosa pedanteria: metafisica dell'umanità. Che presupponi sempre, nel "noi" che ricompone le fratture o nella vaga indecisione tra l'anima e il corpo. Ecco, se fossi un tuo biografo direi che l'"Appartenenza" è meno materialista di quello che hai scritto prima, a volte allude al miraggio di un amore religioso, ma senza imboccare scorciatoie.
Tratta con amichevole superiorità il mito della carne (forse perché ti ha conquistato, un tempo?) e adopera lo spirito per porre più dubbi che punti fermi. Riemergendo: sei un po' più malinconico, ma governi in modo invidiabile le tue malinconie, caro mio.
Forse ti capita anche di essere più triste e della cosa parleremo. Ma tutto è etremamente forte e coraggioso. Tralascio il tentativo ripetuto, ostinato e diabolico di liquidare la politica nell'etica: ci sarà un tribunale, per questo. Davanti al quale, senza nessuna esitazione, prenderei ferocemente e paradossalmente la tua parte.
Un abbraccio,
Pierpaolo
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L'innocenza
Un giorno a Milano
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Rudy
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Il jazz
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L'innocenza
Alla fine del tuo Dio,
quando il sole diventa un frase che hai già detta,
metti una pistola alla testa del disastro
e dipingi le pareti col tuo cervello:
sei un predatore,
perché fingersi animale domestico?
Il tempo sì, ci ruba e poi ci asciuga il cuore,
ti sei forse preso per una lettera d'amore?
Il preservativo è la scarpetta di cenerentola,
che ti hanno raccontato per anni,
che ridisegna la notte e ...
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