Gianni Piu
FUOCO AMICO
Le sere di settembre disegnano
isole retrattili di fuoco,
secondo beffarde contorsioni
fuoco amico
delle notti arabescate
nei video games dell'Iraq
essenza virtuale di morti.
Nella transumanza estenuata dell'estate
verso le rugiade dell'autunno ardono
fuochi di fieni e di stoppie
circoscritti incasellati
da reucci della forestale
per pastori schiavi
di prospettive antiche
(nemesi di Attila, edulcorata?)
di un verde mare increspato di pascoli
montanti dal degrado
di cenere seminata ancora come una volta
sulle ferite.
Ma è divampato d'estate furente
l'oltraggio alle linee
dell'orizzonte alberi architettati
dall'aria dal sole dall'acqua dal vento
di boschi fioriti nella danza
stupendamente intrigata
di rami pagine di foglie dimore
colori trascoloranti di umori
e di complice storie coi liberi
viaggiatori di oceani e continenti
che han modellato da maestri lo strazio
(le circonvoluzioni di verdeggianti cervelli)
degli alberi in aperta resistenza
e fuga in sé rappresa delle radici.
L'estate bestiame stranito
segnato dal marchio del fuoco.
Quante volte traborda nel freddo dei tiggì
o nei riti consunti di massa e di élite
il fuoco orrendamente amico
fratello che uccide per noia il fratello
lingue alte come palazzi la terra
guanto rovesciato
a scoprire il magma delle interiora
e il destino di morte (moira-mors)
di animali e umanità asfissiate.
No, la disperata nudità
di un cespuglio un tronco una bestia umani
calchi anacronistici del 79 dopocristo
la morsa di fulmine la corsa incenerita
un teatro sghembo d'ombre
una casa spolpata o un villaggio
che neppure architetture
di bunker di pace
catafratte
sono riuscite a salvare.
Una lunga storia di eserciti
di franceschiello di frasche
a tamponare l'apocalisse dell'estate,
ora stagliati in ritardo
negli inferni di fumo e di fuoco
elicotteri ballonzolanti a scodellare
sui crateri acquasantiere
distillate nell'...
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Go to begin of the document
Go to previous page
Go to next page
Go to the end of document
