Sergej Aleksandrovic Esenin
L'ACERO ANTICO
Ho lasciato la casa di fanciullo,
ho lasciato la Russia celeste.
Come tre stelle riscaldan le betulle
il cuore di mia madre mesta.
La luna, rana d'oro del cielo,
s'è distesa sulla cheta cisterna.
La canizie come il fiore del melo
ha brinato la barba paterna.
Io non tornerò troppo presto,
la procella non ha un canto breve.
Veglierà sulla Russia celeste
l'acero ritto su un piede.
So che tu sei grandissimo amico
di chi bacia la pioggia dei tigli,
anche perché, acero antico,
a me nel capo somigli.
...
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