PERVIGILIUM VENERIS
LA VEGLIA DI VENERE
a cura di Alberto Bramati
Copyright 2000 Alberto Bramati
I sat upon the shore
Fishing, with the arid plain behind me
Shall I at least set my lands in order?
London Bridge is falling down falling down falling down
Poi s'ascose nel foco che gli affina
Quando fiam uti chelidon? - O swallow swallow
Le Prince d'Aquitaine à la tour abolie
These fragments I have shored against my ruins
Thomas S. Eliot (1)
INDICE
INTRODUZIONE
Le veglie in onore di Venere nell'antica Roma
La struttura del poemetto
I temi fondamentali:
1 - La primavera
2 - Afrodite-Venere
3 - Le altre divinità
Metrica, lingua e stile
Il problema dell'autore e della cronologia
NOTE ALL'INTRODUZIONE
BIBLIOGRAFIA
PERVIGILIUM VENERIS
LA VEGLIA DI VENERE
NOTE AL TESTO
INTRODUZIONE
Il Pervigilium Veneris (PV) è un poemetto anonimo di carattere erotico, scritto presumibilmente nel II sec. d.C.: il testo è composto da 93 versi, divisi in 10 strofe di lunghezza diseguale, intervallate da un ritornello che apre e chiude il poemetto.
LE VEGLIE IN ONORE DI VENERE NELL'ANTICA ROMA
Come dice il titolo, l'argomento principale del PV è una veglia notturna in onore della dea dell'amore. Nell'antica Roma, la festa in onore di Venere che aveva luogo il primo giorno di aprile, in coincidenza con l'inizio della primavera, portava il nome di Veneralia ed era riservata alle sole donne. Secondo la testimonianza di Ovidio, era stato lo stesso Romolo a voler dedicare il mese di aprile a Venere, sua protettrice per parte di madre (2). Il cerimoniale dei Veneralia prevedeva che la statua della dea venisse spogliata dei vecchi ornamenti e lavata con cura dalle donne, le quali provvedevano poi a ricoprirla di fiori freschi, in particolare di rose, il fiore ...
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