Prendi il futuro come viene
Walter Valeri
inedito
Prendi il futuro come viene
(caro Witkiewicz) a calci maledicendo te, il tuo esserci ancora,
fra noi che ripeti per amor di parole rabbiosa
l'accensione giornaliera e infetti la rete
di più e del tutto per eccesso di buona volontà
che poi il sistema collassa in una pozza d'angherie e di sangue.
Volando basso
di file in file più veloce della luce - tranciante arrapato
il vuoto che (come si sa) non ha labbra entra di profilo nel messaggio
insensandolo e poi son tutte bolle di cometa a pancia in su
le vocali sulle mine del cuore
e miraggio dallo schermo a picco ogni portale o ancoraggio.
Dell'intera covata di aquilotti - zutt... zutt. zutt... fa che volando
neanche il levigato guscio rimanga, non un piumaggio
mentre il virus tragicomico si spancia circolando per conto suo
dall'emittenza come un fumetto nello schermo del dolore
nel Pentium tre o in chi con una mano uruganando circolare
la morte vorrebbe e ce l'ha già: divina telematica pietà
io lo so: son fil di ferro i testi insanguinati
e d'oro i tuoi capelli biondi come recisi ammonimenti precisi
tasti
e udibili ululati nell'acciaio del laccio i vagiti del computer
nel secolo neonato e mai domi.
Quincy, maggio 2001
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