da Decisioni - Plenilunio di novembre, 19-27
Salvatore Jemma
Quaderni del Masaorita, 1996
19.
Bella città che carezzare
e spingere stendere filare
non mi sogno, magistrale
terra - dice la ragazza ché come ci osserviamo
allora andiamo;
come Idice, dopo molta pioggia
brilla la campagna, la città vicina
batte sull'asfalto, le colline
neppure luce che si stende curva
i corpi li risalta
le figure in più garbate forme
piega, terra mia, che più lontane
20.
vanno, il fiume s'inanella
scende da campo a campo
sull'asfalto, da Pontecchio a Sasso
rimira il blu compatto sulla strada
- sì questa fulgente brilla e si riflette a fianco
passa, che di sera meglio
si perde, abbraccia la pianura
tra pioppi frequenti
o le stese dei campi
più sottile fiume che s'allarga
dove sei stato? - chiede -
dove stai andando?
21.
- chiede la ragazza - e come
un'auto corre sulla strada
a sera illumina l'asfalto
luce batte sulle foglie
splende, passa oltre i colli
abbaglia un'altra macchina
chi guida
passa da notte a giorno
stringe il volante
mormora qualcosa
corre più fuori dalla luce;
così scorre stramandata e
torna la città tenace.
22.
Dai Calanchi ci spostammo a nord
verso le Colline
i pioppi bellachioma
la luce piegata sopra il fiume
dal bordo sull'asfalto, come
a Parma l'aria che brillando
si piega sopra la pianura
- oh, nella luce ininterrotta quasi
bianca la piazza
la campagna chiara da Modena per curve, sulla strada
le macchine che suonano, raccolte
da strade all'autostrada; e come
23.
piegano la luce che da loro viene
riflessa, a sera
quando il vento incalza
e corrono le nuvole nell'aria estiva;
o il Reno, quando la pianura
s'allontana, quando sul crinale
di colline tutto spiana in luce
si riluce l'acqua come il giorno;
...
|
|
|
|
|
|