JEAN-CLAUDE IZZO
LONTANO DA QUALSIASI RIVA
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[ dalla 4a di copertina: Con delle poesie di un'arida e luminosa bellezza, Jean-Claude Izzo ci chiama "lontano da qualsiasi riva", per raccontarci il suo Sud, quello del terreno incolto, della luce, dell'erba secca, delle pietre, della terra, del sole e del mare in lontananza. Jacques Ferrandez ha illustrato con un tratto complice ed ispirato queste belle poesie di spazio e tempo. ]
" E le nostre navi erano di pietra,
e noi eravamo così buoni "
Michel Le Bris
Braci del ricordo
Là.
Delle rovine si lamentano in un linguaggio di altri tempi.
Luoghi.
La, e le pietre, di fronte al sole, da ieri, da sempre.
Presenza. Assenza.
Tra il terremoto e la pietrificazione, il cieco ammasso di muri frantumati si distende sui nostri ricordi.
Là.
Pietre per sempre ...
Colonne bruciate, vesti ...
Pietre di fango ricoperte, consegnate all'oblio, ai fadarellos che popolano ormai la campagna.
Là, e le ore accumulate.
Ed il silenzio.
Ed il silenzio infuocato ai bordi del mezzogiorno.
Bianche, le ore rivelano sulle pietre la profondità del sole.
Bianco mortale, fino all'immobilità.
Che cosa sono diventate le parole, la lingua, gli uomini che davano forza alle parole per la bellezza della mietitura ?
Ed il silenzio urlante nel silenzio.
II
Sui terreni incolti blu, in vertigine, su questa terra in rovina, consegnata ai rovi, nessuna voce umana.
Qui distesi.
Quindi un violento desiderio di mettere la parola su pietra, di ricostruire un presente accessibile. Un presente.
C'è urgenza che noi rinasciamo.
Luoghi..
Ed è già mezzogiorno. L'ora in cui si radunano gli istanti dispersi.
Ed il mio corpo agita il sangue e si dibatte contro il silenzio.
Alti cipressi si innalzano nel giorno - verdi barricate - la speranza a questa dimensione.
L'immobilità si trasforma in rivolta e ...
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