Patrizia Albini
UN'ESTATE ALLO SCOPERTO
.o000o.
Ad Alma, la cui prematura
scomparsa ha oscurato
la spensierata atmosfera
vacanziera delle Piscine.
Anche se il suo sorriso
continuerà a tenerci
compagnia su questi scogli
a lei tanto cari.
L'allegra brigata si riuniva silenziosamente a gruppi di uno, due o tre persone, dalle sette della mattina in poi. Alle tredici era già al completo. Giovani, meno giovani, anziani. Tutti amici sotto quel sole incessante e su quegli scogli neri e lisci, lambiti da un capriccioso mare. Provenivano da più parti d'Italia. Conducevano vite diverse. Ma lì, su quegli scogli, erano tutti uguali. Tante anime nude indistinguibili. Dopo lo spuntino del pranzo alcuni si appisolavano sotto qualche brandello di ombra, altri andavano al bar del paese più vicino a prendere il caffè. Poi tornavano là, a sdraiarsi silenziosamente sotto il sole sempre più caldo accanto ai compagni nudi. Ingegneri, dirigenti, professori, medici, avvocati. Tutti nudi. Chi avrebbe mai pensati di vederli così d'inverno coi loro camici, divise o abiti dal taglio aziendale.
Verso le due tutti dormivano. Il silenzio dopo lo spuntino del pranzo. Poi verso le cinque si svegliavano e si tuffavano in acqua per rinfrescarsi; qualcuno accendeva la radio, e la conversazione ricominciava dal punto in cui era stata interrotta. Il denominatore comune di quella brigata era la solitudine. Su quegli scogli ognuno assumeva un ruolo che più gli aggradava. Ognuno incarnava sogni che le frustrazioni della vita avevano messo dentro cassetti accuratamente chiusi a chiave. Ma, d'estate, come per magia, quelle chiavi ruotavano, facevano scattare le serrature, i cassetti si aprivano ed i sogni, a lungo assopiti, si stiracchiavano, saltavano giù e correvano all'impazzata per giungere su quegli scogli a prendere i posti migliori per stendersi al sole.
I timidi diventavano aggressivi. Gli inibiti eccessivamente ...
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