Pietro Barbera
Erice
Colle adagiato
nel sonno solitario
tra le braccia del tuo mare
da dove prendi la vita.
Croste di terra
corteggiate dalle nuvole calde
strappate alle acque.
Spennacchiata, verde, chioma
rubata alle fiamme
del cuore degli uomini.
Giovane e di folti capelli
accoglievi la storia.
Cullavi, geloso,
la tua ammaliante Venere.
Nell'intrigo amoroso
stringevi la pace
con i miti guerrieri.
Per ogni bacio della tua dea
una pietra consegnata
nelle mani del tempo.
Merletti di roccia ricamano
le tue vene
ove fiumi di popoli
calcano, ancora, passi rilucenti.
Gocce di nebbia fumante
incensano i tuoi sacri anfratti.
Maestoso faro per i naviganti
smarriti nel mare dei sentimenti.
Sponda quieta
per noi
naufraghi della nostalgia.
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