Poesie sparse
di Guido Gozzano
* Primavere romantiche
* La preraffaelita
* Vas voluptatis
* Il Castello Laus Matris
* Parabola dei frutti
* La falce
* Suprema quies
* A Massimo Bontempelli
* Il viale delle statue
* Il frutteto
* Domani
* I fratelli
* Garessio
* La loggia
* A un demagogo
* Il modello
* Mammina diciottenne
* L'invito
* Elogio del sonetto
* La beata riva
* «Non radice, sed vertice...»
* L'altro
* Le golose
* Al mio Adolfo
* di San Giuliano
* Il commesso farmacista
* «Historia»
* L'esperimento
* [Stecchetti]
* Congedo
* La più bella
* Le non godute
* L'amico delle crisalidi
* Dante
* «Ex voto»
* La statua e il ragno crociato
* Im Spiele der Wellen
* Ad Ketty
* Risveglio sul Picco La bella preda
* [Ah! Difettivi sillogismi!]
* La ballata La messaggiera senza ulivo
* La basilica notturna
* Ai soldati alladiesi combattenti
* Prologo
* Carolina di Savoia
* La culla vuota
* Natale
* Pasqua
* La Befana
* Oroscopo
* Dolci rime
* Prima delusione
* La canzone di Piccolino
* La Notte Santa
Primavere romantiche
Tu parlavi, Mamma: la melodia
della voce suscitava alla mia mente
la visione del tuo sogno perduto. Or
ecco: ho imprigionato il sogno con
una sottile malia di sillabe e di versi
e te lo rendo perché tu riviva le
gioie della giovinezza.
Non turbate il silenzio. Tutto tace
verso la donna rivestita a lutto:
la campagna, lo stagno, il cielo, tutto
illude la dolente... O pace! pace!
O pace, pace! Poiché nulla spera
ormai la donna declinante. Invano
fiorisce di viole il colle e il piano:
non ritorna per lei la primavera.
Oh antiche primavere! Oh i suoi vent'anni
oimè per sempre dileguati. Quanto,
oh quanto ella ha sofferto e come ha pianto!
Atroci sono stati i suoi affanni.
Nulla più spera ormai: però la bella
timida primavera che sorride
dilegua la mestizia che la uccide,
e un sogno antico in lei si rinnovella.
Non pure ieri il piede ella volgea
allo stagno che l'isola circonda?
...
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