Gian Citton
da "LE CARTE DEL CARIBE"
ed. “La Fenice”, Senigallia, 2003
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POSTEGGIATORI A BOCA CHICA
CINQUELIRE
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POSTEGGIATORI A BOCA CHICA*
Ci sono sempre – tanti tutti –
agli imbocchi del lungomare:
fiutano il veicolo divàgo
il frullo agile del motore
la glabra sagoma dell’abitacolo
il lucido brillio dell’auto a ore…
ìntimano inseguono si sbracciano,
parlano i gesti, muso mani invitano –
NON FERMARSI: t’investono a sciami –
non aggressivi mai, ma giorno e notte
sempre tanti – lucenti – appostati.
(La stessa ora al quadrante di Venezia,
alla mano serale che scartoccia
dall’involto le lische sul selciato,
s’avventano i randagi dalle calli).
______________* Boca Chica è la località balneare abituale dei dominicani.
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CINQUELIRE…
(a mia mamma)
cinquelire…cinquelire…ed era
ressa di voci infantili infestante,
corteo di supplici, e linguacce in fine
all’affrettata finta indifferenza
nostra e mascherato imbarazzo tra
motteggi e berci, razzolati gli spicci – scesi, in fondo,
da una ‘seicento’ – per la strada che
ghiaiosa saliva a Capodimonte.
Anche se più col capo non assenti
visibilmente, di quel viaggio so
ricorderesti anche l’ansia alla questua
serale vostro buon cuo’ signó’ (gambi
di rose quasi forche caudine)
pedaggio per l’ingresso alla locanda
sul porto dell’assedio a Mergellina.
Senza di te sono tornato indietro
ora, qua, di quarantanni appena!
(dal biancoenero al colore la sola
differenza), ma l’imbarazzo è quello
che m’è rimasto dentro,
imbarazzo dei quasibenestanti,
la ritrosia da madre a figlio
come questa di adesso:
culto della pietà misto a fastidio.
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