Luca Rubagotti
L’ ANGOLO [monologo]
E quando tutti i giorni in ufficio, per otto ore, alla scrivania in un angolo della stanza...
E quando dopo il lavoro ti riposi leggendo un libro seduto sul divano ad angolo...
E quando di notte sotto le coperte sogni in un angolo della camera...
E quando la domenica sei seduto sulla panchina di un parco...
Maledizione! Mi manca l’angolo!... e magari c’hai li la ragazza in parte... che fai? Abbraccio, la stringo forte la bacio mi dichiaro e TAAC! L’angolo dell’amore. Bello! Quarantacinque gradi... e poi ancora, l’angolo famiglia, l’angolo giardinaggio, l’angolo degli amici del bar, dell’ impegno civile, sociale...
Se nonché, ad un certo punto, ci si accorge che quarantacinque gradi non sono sufficienti... allora CRECK! trentacinque, per sentirsi più protetti più sicuri... CRECK! Venticinque non basta... CRECK! CRECK! cinque si sta meglio e si continua così a stringere sempre di più l’angolatura fino ad arrivare a zero gradi...fino ad arrivare ad una linea, alla retta, geometricamente parlando la congiunzione di due punti nell’infinito: l’Inizio e la Fine.
E ognuno percorre la propria, si! La propria “ retta via” ognuno per la sua durata senza mai fermarci a ricordare che l’origine altro non è che un angolo schiacciato .
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