Se di là tu passassi, Annina cara
di Benito Ciarlo
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ad Anna Fabiano
Se di là tu passassi, Annina cara,
non trascurare di guardarti attorno
e mi vedrai, stranito, far a gara
col desiderio acuto del ritorno.
E' bastato un accenno, un tuo saluto,
il ricordo, e la storia di quel giorno
in cui Pagliaccio dal cervello acuto
Nedda freddò con Silvio sulla Serra,
per far di me un uom che chiede aiuto.
Son diecimila giorni che c'è guerra
fra me e 'l destino che mi volle via.
Ogni giorno è sconfitta; la mia Terra
sempre più s'allontana. E in fonderia
sovente, il rame che nei forni avvampa,
canta per consolarmi, amica mia.
Vesto la giubba ma la faccia scampa
dalla farina. D'ogni voce passata
eco ritorna, e distorce la rampa
della frequenza attuale, più pacata.
Se tu di là passassi, Annina cara
chiedi alla gente che non l'ha lasciata
se Montalto è più dolce o pur se amara
dei figli suoi conserva la memoria
o di memorie come sempre è avara.
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