Ebbro di trementina (Venti poesie d'amore..., IX)
-Pablo Neruda
Ebbro di trementina e di lunghi baci,
estivo, guido il veliero delle rose,
deviato verso la morte dell'esile giorno,
fondato sulla solida frenesia marina.
Pallido e ancorato alla mia acqua divorante
passo nell'acre odore del clima scoperto,
vestito ancora di grigio e di suoni amari,
e una creta triste di schiuma abbandonata.
Vado, duro di passioni, a cavallo della mia unica onda
lunare, solare, ardente, e freddo, repentino, addormantato nella gola delle fortunate
isole bianche e dolci come fianchi freschi.
Trema nella notte umida il mio vestito di baci
carico pazzamente di elettriche sollecitazioni,
in modo eroico diviso in sogni
e inebrianti rose che si praticano in me.
Su per le acque, i nmezzo alle onde esterne,
il tuo corpo parallelo si stringe alle mie braccia
come un pesce infinitamente appiccicato alla mia anima
rapido e lento nell'energia subceleste.
...
|
|
|
|
|
|