PAOLO OTTAVIANI
GEMINARIO
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La poesìa di Paolo Ottaviani ha una colloquialità fluente, favorita anche dall'uso del dialetto (un idioma medievale umbro-sabino, secondo la definizione dello stesso autore) che influenza l'italiano da cui è a sua volta influenzato, nella spirale delle due correnti parallele di questo libro. Tale straordinario dialetto non ha niente di casuale o di esotico, ma è forma del pensiero per Ottaviani e, in movimento alternato con la lingua, incarna bene quella tipica tensione dell'autore tra il commosso senso civile della storia e il contrappunto della cronaca personale e familiare. Pubblico e privato infatti sono i due fiumi che, pur scambiandosi acqua reciprocamente, scorrono paralleli nello stesso mare come le due parti, materna (il dialetto) e paterna (la lingua) dello stesso corpo. E, sullo specchio delle personali reazioni e inclinazioni, ecco che si disegna anche la radiografia dell'altro da sé, al passo di una matrice illuministica della letteratura come parola dell'uomo che si impegna a decifrare, oltre l'esperienza strettamente individuale, un possibile senso del destino collettivo. Geminano è dunque una sorta di poema bilingue, composto da duplici canti o gemini (da cui il neologismo gemmario), che mentre parla dell'oggi si fa specchio di ciò che di fondamentale è accaduto ieri, tra un passato contadino remoto e perfino arcaico (come dato non ideale, ma vissuto e autobiografico) e un presente urbano e metropolitano (di nuovo non astratto, ma nel riscontro autobiografico dell'autore), nel riferimento costante a quel rapporto natura-storia che segna insieme le singole esistenze e la vita collettiva. Così che la condizione esistenziale e il riscontro storico tramano l'intera tessitura del libro, riportando i valori individuali a una considerazione sempre anche sociale e dando evidenza accanto alle personali tranches de vie agli eventi (traumatici, di snodo e ...
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