MARTIALIS

Marziale (Marcus Valerius Martialis) (Bilbilis, 38/41 - ca 104 d.C.)
Marziale, il più grande scrittore di epigrammi della letteratura latina, nacque in Spagna a Bilbilis fra il 38 e il 41 d.C. Giunto a Roma nel 64, trovò nella famiglia di Seneca un generoso appoggio per entrare nell'alta società della capitale, legandosi agli ambienti dell'opposizione senatoria a Nerone. In seguito alla repressione della congiura pisoniana da parte dell'imperatore nel 65, dovette condurre probabilmente una vita modesta esercitando l'attività di poeta come cliente. Ben presto la fama iniziò ad arridergli e, nell'80, compose - verosimilmente su commissione di Tito, dal quale venne poi lodato e remunerato - una raccolta di epigrammi per celebrare l'inaugurazione dell'Anfiteatro Flavio (Liber de spectaculis). Dall'84-85 iniziò a pubblicare regolarmente le sue brevi composizioni poetiche (Epigrammata) raccolte in libri che raggiunsero il numero di dodici, a cui se ne sommarono altri due a sé stanti (Xenia e Apophoreta); gli ultimi uscirono nel 101-102. Dopo aver ottenuto il rango equestre svolse pure qualche carica pubblica e venne in contatto con altri letterati (Plinio il Vecchio, Silio Italico, Giovenale, Quintiliano) e personalità eminenti (il futuro imperatore Nerva). La fortuna e le amicizie non riuscirono comunque a procurargli consistenti benefici economici e Marziale lamentò sempre la difficoltà di trovare protettori disposti a garantirgli un adeguato sostegno. Dopo aver soggiornato per un breve periodo (87-88) a Forum Corneli (Imola) e in altre città emiliane, nel 98 lasciò definitivamente Roma per tornare nella sua città natale in Spagna, dove morì forse nel 104 d.C.
Scegliendo come forma esclusiva per la sua poesia gli Epigrammata (un genere nato in Grecia e poco considerato presso i Latini, a parte Catullo che ebbe per esso il ruolo di mediatore) Marziale ne utilizzò la duttilità e la facilità ad aderire ai molteplici aspetti del reale per dipingere, appunto con estremo realismo, la vita concreta coi piccoli e grandi eventi che la caratterizzano. La sua è quindi una poesia d'occasione, un divertimento letterario, ma anche una pungente satira della società romana (priva però di intenti morali); i temi abbracciano tutta l'esperienza umana riguardando spesso le vicende autobiografiche del poeta.
La fortuna di Marziale, dovuta in gran parte all'aspetto pratico dei suoi epigrammi dai quali si potevano estrarre infinite frasi d'effetto e d'occasione, fu immediata e duratura attraverso i secoli.


links:
 - biblio-net - Marziale
 - Encyclopaedia Britannica - Martial
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