Gian Citton
LA GITA D'ISTRUZIONE
(da IN FORMA CHIUSA, Book editore, novembre 2000)
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I (l'entrata al parco)
...... la villa accoglie gli svogliati
( le logge debordate in cima al viale
converse al corpo di forme minute
all'apparenza ) - rosa immateriale.
Qui nessuno sa niente - niente nella
maestà dei campi che la villa abbraccia -
chi clandestina reliquia di bella
donna qui affidi e ne sperda ogni traccia
perché scelga una forma un nuovo stato
affine a questa gentilezza agreste:
levi il piumaggio o radichi e germogli
o sgusci pigra carpa nel fossato
( in tuffo a volo fredda come foglia ).
Preservala da me e da chi calpesta
scalmanata marmaglia il santuario.
II (il salone degli affreschi)
Il nano azzurro-gola-di-piccione,
la vecchia balia sull'opposto lato
reggono i lembi del sipario come
a teatro al momento del commiato.
Su un fondale di verdi parchi stinti
scorrono ganzi a barba rasa, dame
- lo scollo castigato da un prudente
bouquet campestre - in intreccio di mani
nude o guantate. Intorno paggi, serve
more ridendo con scimmie macaco,
il corteggio dei musici... Una larva
di festa si consuma nell'opaco
splendore dell'affresco manierista.
Su, incidi nome e data della sosta.
(Ci sopravviva l'indecente gesto)
III (la stanza degli amanti)
Qui arazzi tetri a tre delle pareti:
nìobi susanne andromache battagliano
col vizio delle tarme nell'ordito
e la virtù dell'oro è stinta paglia.
Ma sulla quarta - IL CIELO. Fra i puttini -
i penduli cavicchi od i piumini
dei sessi femminili - le spirali
di nuvole in amplessi ascensionali.
"Apoteosi in disonesta tana
qualche altro ottenne in copule sommarie,
e ci fu un cielo (nonostante) uguale.
Non ridere d'ingenuo paragone.
Da altri cieli-amplessi-luminarie
misuri e scordi. Lascia agli animali
la sproporzione a metro dei ricordi"
IV (la stanza degli ...
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