Pietro Barbera
Il viaggio del fotone
(dedicato ai poeti della luce e del suono puro)
Scappa un fotone
dalla galassia della lucida follia
sguscia, striscia
tra soli spenti
squarcia buchi neri d'ombre bianche
s'intrufola in atmosfere
asfittiche d'emozioni
rimbalza come un eco di valzer
nelle pareti a specchio dell'affanno
pulsa come un quasar
sul pulpito delle cattedrali del silenzio
infine trova un uscio
aperto e poi richiuso
curva traiettorie di luce
in un arcobaleno che sorregge la volta celeste
spezza azzurri vuoti
riducendoli in brandelli di colori
scivola annegando in una goccia di pioggia al vento
batte foglie d'alberi ricurvi
nella notte buia di ossidiana tagliente
s'innesta in groppa alla bianca neve
in sella al crinale dei monti
scioglie i suoi palpiti d'entropia
scorre dentro rigagnoli cavi
s'ingrotta, riemerge
salta, spruzza
vola tra le cascate vaporose
collassando sopra liscie rocce
percorre fiumi come bisce
sferza canneti d'argini
tracima anse, disseta golene
nutre secchi labirinti
tra crepacci d'arsura
bacia le rive della foce piatta
s'infrange nella melodia
delle onde sinuose
mordendo i capezzoli delle creste marine
s'immerge sparendo negli abissi
s'acquieta, stanco e strapazzato
il lacero fotone
al capolinea del suo vagare
nella mente di un poeta immaginifico
soffocandogli il pensiero
prima del prossimo vagito.
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