LA MUSA
MUSA Fuggi, fuggi, o poeta, all'armonia
dell'organo ululante!
Ciò che sposa al tuo cor la fantasia
è la presenza mia,
è il mio vergine amore, è il mio sorriso.
Fuggi; l'incenso dall'altar si svia
e già per l'aria giungono
canti di preti e odor di sagrestia.
Seguimi, amico, sulla gaia spiaggia
dove vola l'alcione
e dove nuota l'anitra selvaggia:
da qui l'anima viaggia,
da qui si libra alla bella regione
ov'oggi il canto è volto,
senza la prosa del rossor sul volto.
La prima chiesa fu il deserto immenso!
POETA E il sacro mare ove beveva il sole,
e i fiumi sacri dove
bevea la luna!... MUSA Il mio peplo di viole
trema alle tue parole
come a pensier di patria abbandonata.
O poeta, son lungi incenso e stole;
qui le vetuste imagini
tornan serene, immacolate e sole!
POETA E i fiumi sacri ove bevea la luna!
Spesso il pastor caldeo
richiedendo le stelle ad una ad una
della errante fortuna,
stupito udìa cantar canto giudeo
le palme montanine;
e delle greggie le bianche indovine,
alzando il muso, socchiudean le ciglia.
MUSA Era il mio canto! POETA Per le sacre grotte
tu erravi allora, o vergine, baciando
egizie labbra; ed eri tu che a notte
squarciavi il velo vaporoso e blando
e squarciavi la creta, e l'uom vedeva
il paradiso!
Tu dei baci del Cristo umida ancora,
o più gentil delle sue cento amanti,
tu inebriata della grande aurora,
tu che portavi sull'ali vaganti
alle figlie d'Adamo e ai figli d'Eva
il nuovo avviso!
Ma le corde del tuo pletro di Tebe,
del tuo pletro glorioso ancor vibrante
d'Ustica lieta sulle verdi glebe
l'ultime lodi a Creta e ad Alicante,
o Musa, il ...
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